Le principali organizzazioni mantello studentesche e giovanili della Svizzera lanciano una petizione per la ripresa delle trattative in vista di una possibile adesione del nostro paese a Erasmus+. Le ragioni alla base di questa iniziativa sono il timore di un isolamento della Svizzera e il sostegno a un programma europeo di mobilità e cooperazione che offra a studenti, apprendisti e operatori del settore gioventù opportunità di partecipazione molto più ampie rispetto alla soluzione svizzera attuale.


Allo scopo di sostenere l’integrazione della Svizzera nel sistema educativo europeo, l’USU e svariate associazioni studentesche hanno lanciato una petizione invitando la Confederazione a riprendere le trattative per la piena adesione al programma europeo di mobilità per il periodo 2021-2027.

In seguito all’adozione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa del 2014, le trattative sull’adesione della Svizzera al programma di mobilità Erasmus+ sono state interrotte. Per non impedire ai giovani elvetici di partecipare agli scambi europei, nel triennio 2018-2020 è stata adottata una «soluzione svizzera».

Questa soluzione, tuttavia, presenta notevoli restrizioni e limitazioni per le organizzazioni operanti nel settore della gioventù, i volontari, gli studenti e gli apprendisti, in quanto non offre le medesime possibilità di partecipazione di Erasmus+. Di conseguenza, è il momento che la Svizzera avvii delle trattative per assicurare continuità alla sua piena partecipazione al programma Erasmus+ per gli anni dal 2021 al 2027.

Gli scambi e la mobilità sono di fondamentale importanza, dato che rafforzano le competenze personali, ampliano gli orizzonti e la capacità di adattamento interculturale e consentono di vivere esperienze utili sia per il futuro professionale che privato. Gli scambi, inoltre, aumentano l’occupabilità e promuovono una cittadinanza responsabile.

In un mondo in continuo cambiamento, ora più che mai è necessario garantire un accesso totale alle possibilità offerte dal programma Erasmus+ e assicurare che gli scambi garantiscano un apprendimento a 360 gradi.

La petizione può essere firmata online fino al 30 giugno 2020; le firme saranno trasmesse al Consiglio federale.

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