Esperienza didattica in Austria: un’ex assistente di lingua racconta le sue impressioni

Durante l’anno scolastico 2021/22, Manon Wisard ha lavorato in due licei viennesi, insegnando alle studentesse e agli studenti la sua lingua madre, il francese: «Il programma di assistenza linguistica rappresenta l’opportunità ideale per acquisire esperienza pratica nella professione di docente, sperimentare nuovi metodi di insegnamento e far conoscere alla gioventù la cultura svizzera.» In questo reportage, Manon, appassionata di lingue, descrive la sua vita quotidiana di assistente linguistica.

Mi chiamo Manon Wisard, ho 23 anni e sono di Ginevra. Dopo aver conseguito il bachelor in traduzione francese-tedesco-inglese all’Università di Ginevra, ho deciso di ampliare i miei orizzonti e di insegnare la mia lingua madre, il francese, in Austria.

Essendo da molti anni affascinata dalle lingue e dagli scambi culturali, avevo già intrapreso diversi soggiorni linguistici per perfezionare il mio tedesco. Prima di conseguire la maturità, ho frequentato per un anno una scuola pubblica a Vienna. Mi sono subito innamorata della città e ho approfittato di un semestre ERASMUS per tornarci durante il mio bachelor. Avevo già una conoscenza molto avanzata del tedesco, ma l’esperienza vissuta grazie al programma di assistenza linguistica offerto da Movetia mi ha permesso di scoprire molto di più sul Paese, sulla sua cultura, sui suoi dialetti, sulla sua storia, sulla sua musica e sulle sue scuole.
 

Due scuole, una cultura didattica

Mi sono stati assegnati il liceo Döblinger e il liceo Billroth. Entrambi si trovano nel 19° distretto di Vienna. Alla fine di settembre, il Ministero dell’Istruzione austriaco organizza un seminario per prepararsi ad affrontare l’anno. Si parla della didattica della lingua francese e poi si condividono alcuni suggerimenti e idee per le lezioni. Quando sono arrivata in Austria, le due scuole mi hanno aiutata a definire un orario che mi permettesse di muovermi facilmente tra i due luoghi. Se si lavora in due scuole, di solito sono a pochi passi l’una dall’altra (a meno che non si tratti di una località remota). Sono stata accolta calorosamente in entrambe le scuole e gli/le insegnanti mi hanno subito dato fiducia, lasciandomi molta libertà nella predisposizione delle lezioni. Sono stata accettata in fretta da tutto il team, dalle studentesse e dagli studenti. In genere, alle studentesse e agli studenti fa piacere la presenza di un/a assistente. Questo permette di predisporre la lezione in modo dinamico, divertente ed efficiente. Poiché l’assistente non dà alcuna valutazione, le studentesse e gli studenti si rilassano e aumenta la loro motivazione a imparare la lingua. 
 

La lezione in piccoli gruppi è più interattiva e permette di conoscere personalmente le studentesse e gli studenti. 

Tante classi, lezioni in piccoli gruppi

Naturalmente, ogni classe è diversa ed è fondamentale adattare le attività a ogni età e dinamica. Le studentesse e gli studenti avevano tra gli 11 e i 18 anni. I gruppi a cui insegnavo avevano dalle 8 alle 15 persone, ogni tanto arrivavano fino a 20. La lezione in piccoli gruppi è più interattiva e permette di conoscere personalmente le studentesse e gli studenti. Considerando che in entrambe le scuole insegnavo a circa 15 classi diverse e che vedevo ogni classe solo una volta alla settimana, questo numero di studentesse e studenti era ideale. Il carico di lavoro era di 13 ore di lezione in classe a settimana. Nel tempo che rimaneva potevo prepare le lezioni.
 

Il ruolo di assistente di lingua

Essere assistente di lingua in una classe ha molti vantaggi: poiché siamo più giovani del resto del personale docente e veniamo da un Paese diverso, di solito siamo molto apprezzati dalle studentesse e dagli studenti. Quando l’assistente inizia il proprio periodo di lavoro, le lezioni delle scuole sono già partite qualche settimana prima. Il personale docente è pertanto in grado di predisporre una dinamica nelle proprie classi, avviare il programma e annunciare l’arrivo di un/a madrelingua. All’inizio mi sono presentata in modo divertente. Ho deciso di fare un’introduzione esauriente per suscitare la curiosità delle studentesse e degli studenti e instaurare un rapporto di fiducia tra me e loro. La barriera linguistica può impedire ad alcuni di parlare in classe. È una situazione spiacevole, ma si può evitare con piccoli accorgimenti. Ho, infatti, imparato a comunicare con le mie studentesse e i miei studenti in modo da creare un’atmosfera cordiale. Ritengo che questo sia un altro processo di apprendimento che ogni assistente potrà portare con sé per tutta la vita. Il gioco è un altro fattore che ci fa apprezzare dalle studentesse e dagli studenti. I/le colleghi/e non pretendono che affrontiamo nuovi argomenti grammaticali. Non è nostro compito. Dobbiamo, piuttosto, fare in modo che le studentesse e gli studenti perfezionino le loro conoscenze linguistiche orali in modo piacevole. I/le docenti insegnano la lingua e noi siamo lì per renderla viva! Il ruolo di assistente richiede molta creatività e una buona capacità di adattamento, per predisporre attività che risultino efficaci nelle varie classi, in gruppi di età diversi, ecc.

Si scoprono e si sperimentano una miriade di metodi diversi! È un’opportunità, per chiunque aspiri a diventare insegnante, di formarsi, mettersi alla prova, correggere, scoprire e crescere.

Ampliare gli orizzonti

Questo soggiorno è stato un’esperienza arricchente, che mi ha permesso di collaborare con una dozzina di insegnanti e diverse scuole: si scoprono e si sperimentano una miriade di metodi diversi! È un’opportunità, per chiunque aspiri a diventare insegnante, di formarsi, mettersi alla prova, correggere, scoprire e crescere. È l’occasione perfetta per entrare nel mondo del lavoro, migliorare le proprie competenze linguistiche, viaggiare e vivere una cultura (cosa c’è di meglio che assistere alla quotidianità dei/delle giovani del posto?). Il programma di assistenza linguistica permette, inoltre, di acquisire maggiore consapevolezza della pedagogia e di crescere personalmente nel compito di trasmettere alla gioventù la propria lingua e cultura. Nel frattempo, sono tornata dall’Austria e vorrei continuare a insegnare parallelamente ai miei studi. 

Credo che questa descrizione del mio anno con Movetia rifletta bene quanto sia grata di aver partecipato al programma di assistenza linguistica. I ricordi personali e gli strumenti professionali che porto con me mi accompagneranno a prescindere dalla strada che intraprenderò: traduzione, insegnamento, in Svizzera o chissà, magari in Austria!