In questo momento cosa c’è di più azzeccato dell’aforisma di Paul Valéry per affrontare il tema degli scambi linguistici? “L’altro” ci affascina, ci sfida e a tratti ci spaventa. È un elemento costitutivo fondamentale della costruzione dell’identità individuale sin dalla giovane età. Ci consente di confrontarci, di porci delle domande o di sorprenderci. L’interazione con l’altro ci aiuta a farci uscire dal nostro guscio e a superare i nostri limiti. Pensiamo a tal proposito ad Aristotele, che sosteneva che l’essere umano è per natura sociale.
Gli scambi linguistici non contribuiscono soltanto al miglioramento del proprio livello in una lingua straniera, ma permettono anche di vivere un’avventura socioculturale unica e preziosa. Com’è possibile infatti non sviluppare una certa flessibilità quando si interagisce con un perfetto sconosciuto? Un alter ego che per giunta non padroneggia la nostra lingua madre. Carpire l’arte della comunicazione è un esercizio di stile tanto temuto e complesso. Andare oltre la distanza che ci separa dall’altro e sforzarsi quindi di avvicinarsi per conoscersi meglio e convivere. Un’autentica avventura umana che chiama inevitabilmente in causa molteplici capacità in termini di saper fare e saper essere. Una miriade di abilità diverse da far vivere in classe, affinché gli scambi linguistici riescano a compiere perfettamente la loro moderna missione educativa mediante competenze trasversali.
L’incontro «fisico» tra partecipanti rappresenta la conclusione ideale di uno scambio linguistico. Se è vero che al giorno d’oggi il mondo è entrato nell’era del digitale, ciò non toglie che i/le giovani continuino a entusiasmarsi all’idea di incontrarsi «dal vivo». Questo anche se da più di due anni stiamo attraversando un periodo inedito nella storia globale dell’umanità, caratterizzato da restrizioni dei rapporti sociali.
Partecipare a uno scambio significa imparare a tenere conto dell’altro, della sua opinione, delle sue idee, delle sue origini, delle sue tradizioni. In poche parole: della sua diversità. Questo coinvolge anche valori umani come il rispetto, la condivisione e la solidarietà, ma contribuisce al contempo a sviluppare competenze molto concrete come l’organizzazione, la creatività, l’autonomia e l’impegno regolare durante tutto l’anno scolastico.
Com’è possibile non crescere quando insieme al/alla proprio/a docente e ai/alle propri/e compagni/e si prepara un viaggio sia dal punto di vista organizzativo che finanziario? Com’è possibile non provare piacere e riconoscenza nella realizzazione personale di un biglietto di auguri per il/la proprio/a partner di scambio? Per non parlare della gestione dell’attesa di una lettera che deve arrivare per posta. Sperimentare l’emozione di scoprire e rileggere più e più volte un semplice pezzo di carta che si ha tra le mani.
Nel mondo di oggi, spesso descritto come una realtà ipermoderna (basti pensare alle opere di Robert Castel o a quelle di Zygmunt Bauman e alla sua idea di società liquida), la possibilità di imparare a coltivare un legame umano autentico e di assumerne la responsabilità è di fondamentale importanza nella costruzione identitaria del sé. In quest’ottica gli scambi linguistici costituiscono un’esperienza formativa che merita assolutamente di essere vissuta!